STORIA DELL' ESTRATTO DI CARNE
Il chimico tedesco Justus von Liebig aveva inventato un sistema per conservare la carne riducendone le dimensioni, mantenendola però fortemente nutriente: era nato l'estratto di carne. Questa invenzione piacque molto ad una società inglese proprietaria di grandissimi allevamenti bovini in Sud America (precisamente a Frey Bentos in Uruguay), la quale capì l'importanza economica della scoperta che oltretutto avrebbe anche facilitato il trasporto verso l’Europa e così, avvalendosi della collaborazione di Justus von Liebig, iniziò la produzione dell'estratto di carne che prese il nome del suo inventore.


Si trattava ora di trovare il modo migliore per pubblicizzare il nuovo prodotto e, fatto non secondario, convincere le massaie ad utilizzare un prodotto considerato rivoluzionario e quasi spaziale!, non dimentichiamo che siamo a meta’ del 1800.

STORIA DELLE FIGURINE PUBBLICITARIE
Parigi, anni 1865-72. I grandi rotocalchi, la radio e la televisione non esistevano, come fare allora per reclamizzare un prodotto? Si narra che la felice idea venne al proprietario dei grandi magazzini parigini "Au bon Marché" - per la precisione il signor Boucicaut - che, mettendosi personalmente alla cassa, ogni giovedì regalava ai bambini accompagnati dalla mamma una figurina, così da invogliarli a tornare a fare acquisti ogni giovedì per poter avere una nuova figurina.


Questo tipo di pubblicità si diffuse molto rapidamente nella capitale francese dove nacquero produttori di cromolitografie che erano soliti preparare i bozzetti delle serie di figurine adattando poi la scritta reclamistica al prodotto che i vari committenti dovevano propagandare. E' così possibile trovare serie di figurine con lo stesso soggetto ma con reclame di varie case quali: grandi magazzini: "LOUVRE" (fondati nel 1855), " AU BON MARCHE'" (1872), "AU PRINTEMPS" (1868), cioccolata: “GUERIN - BOUTRON”, “SUCHARD”, “TOBLER”, estratti di carne: “CIBILIS”, “KEMMERICH” ed ultima ma non ultima...la "COMPAGNIA LIEBIG" che si impose per aver pubblicato le figurine per oltre un secolo. Per la precisione la pubblicazione iniziò intorno al 1870 e terminò nel 1975, dopo aver pubblicato in tutta Europa oltre 11.000 tipi di figurine diverse, ogni argomento è raggruppato in una serie che è composta quasi sempre da sei figurine.


La collezione delle figurine Liebig è tuttora viva perchè la loro bellezza sia di stampa che di disegno non è mai stata uguagliata, ci fu un altro fenomeno che ebbe molta risonanza in Italia nel 1935, fu quello delle figurine Perugina, la più rara delle quali fu la famosissima figurina raffigurante “il feroce Saladino”, ma questa collezione non ebbe poi seguito anche perchè il collezionista che riusciva a completare l’album, lo doveva poi ritornare alla casa produttrice per ottenere un regalo.


La Liebig non dava regali a chi completava l’album, ma per i collezionisti il più bel regalo furono proprio le figurine che col passar degli anni, si valorizzarono in modo piuttosto cospicuo. Oggi esistono serie di alto valore commerciale, ma il collezionista che le possiede non si lascia convincere facilmente a cederle per denaro, perchè dal loro fascino non è facile separarsi; inoltre questa collezione è stata interessante anche dal lato enciclopedico, perchè ha trattato un po’ tutti i campi dello scibile umano dell’epoca, ovviamente come poteva essere trattato in quei tempi quando gli audiovisivi dovevano essere ancora inventati..., per quei tempi appunto non si trattava quindi solo di un mezzo pubblicitario, ma anche di un sistema per “fare cultura”.

I CATALOGHI DELLE FIGURINE LIEBIG
I cataloghi hanno sicuramente contribuito ad elevare la fama delle figurine Liebig rispetto a tutte le altre. Il fatto di avere riferimenti precisi quali titolo, anno di pubblicazione, numerazione progressiva delle serie e valore commerciale, ha invogliato i collezionisti a raccoglierle ed annotare sempre più notizie su queste figurine.


Il primo ad apparire in Italia sembra sia stato il Gamba (a Genova) nel 1883 con il suo "PRIMO CATALOGO ITALIANO DELLE CARTOLINE LIEBIG". Il signor Pipein Gamba, iniziò da giovanissimo a raccogliere figurine e scrivendo alle varie case editrici potè avere un elenco preciso delle varie emissioni che fu poi la base del suo catalogo. Egli racconta inoltre che qualche anno più tardi nella natia Modena i collezionisti erano già quattro, uno dei quali in possesso dei famosi Globi. Nel 1899 il "CATALOGO GENERALE DELLE FIGURINE LIEBIG" edito da Alberto Bolaffi (testata che sarà rilevata poi nel 1910 da Sanguinetti), lo Stoppani di Milano (il primo totalmente illustrato), il Fada-Fumagalli ed il Secchi. Per quanto riguarda l'estero: il Dreser e l'Arnold in Germania, Janssen, Van der Auwera e Tourteau in Belgio, ma spesso gli stranieri si limitarono a catalogare e quindi a collezionare solo le serie edite nella propria nazione.


Quando nel 1975 la compagnia Liebig che venne assorbita pochi anni prima dalla Brook Bond inglese, cessò la pubblicazione delle figurine, molti pensarono che le figurine Liebig avrebbero perso ogni loro interesse, mancando le nuove emissioni che fino ad allora avevano alimentato la collezione. Successe invece il contrario, l’anno dopo Sanguinetti intuì che le figurine stavano per diventare storia, ebbe il coraggio di pubblicare un nuovo catalogo, migliorando ed ampliando quello del 1974 e lo corredò per la prima volta con oltre 600 illustrazioni. Questo catalogo si rinnovò sempre con cadenza biennale, ad ogni nuova edizione apportò sempre qualche miglioramento, come incrementi di notizie, aggiunta di illustrazioni, e rivolte al mercato estero, le avvertenze in quattro lingue e gli indici delle serie in edizione straniera. Questo catalogo si é così imposto in tutta Europa, le sue oltre seimila valutazioni sono state un punto di riferimento per tutti i collezionisti del mondo.

LA STAMPA DELLE FIGURINE
L'arte della litografia fu inventata verso la fine del '700, e consisteva nello stampare per mezzo di una pietra calcarea a grana finissima, detta pietra litografica, la migliore qualità si estraeva dalla cava di Solnhofen in Baviera. Il pittore prima preparava il disegno su carta, quindi esso veniva scomposto in 13 colori e trasportato invertito su altrettante pietre. Ogni pietra conteneva insignificanti particolari visti separatamente, ma che poi uniti agli altri dodici passaggi creavano un disegno così raffinato, con sfumature di colori così naturali che ancor oggi restano insuperati. Era un lavoro che richiedeva la massima precisione e quindi moltissime ore di lavoro, prima di tecnici che dovevano scomporre il disegno spesso molto dettagliato e poi di esperti litografi che ricomponevano il mosaico alla perfezione, senza mai far debordare i colori sovrapposti da un passaggio all'altro, iniziando a stampare sui fogli bianchi prima i colori più tenui e poi i più intensi. Nel 1978 il noto settimanale "Amica" fece fare delle ristampe da dare in omaggio ai propri lettori, ma i risultati ottenuti con le tecniche moderne non riuscirono ad eguagliare la qualità e la perfezione ottenute con le pazienti mani dell'uomo e le figurine ristampate sfigurarono al confronto delle figurine Liebig originali.


Le grandi case litografiche che stamparono per la Compagnia Liebig furono: Testu et Massin, D.Hutinet, Champenoix e Klingenberg.



Oscar e Orlando SANGUINETTI